venerdì 3 aprile 2009

Nutrirsi di energia vitale

L’uomo, essendo un essere vivente, si nutre di energia vitale, oltre che di vitamine, carboidrati, proteine, lipidi…

Quando mangiamo un frutto appena raccolto, non ne assimiliamo solo i principi nutritivi, ma anche la vitalità, che lo rende appetibile e digeribile. Un cibo ricco di vita riempie di vita il nostro corpo e reintegra più facilmente l’energia spesa durante la giornata.

Sarà capitato a tutti di sentirsi “esauriti”, di non aver più energia per continuare e di desiderare solo un buon sonno ristoratore. Dormendo, ma anche alimentandosi con cibo vivo, o anche attraverso relazioni profonde, ricevendo l’energia del pianeta, dell’aria e dell’acqua, si ricaricano “le pile” (brutto termine, ma chiarisce il concetto!)

Provate ad esempio a camminare a piedi nudi su un prato, a bere acqua di fonte, ad amare una persona... e vi sentirete subito rigenerati.

Come è possibile riconoscere un cibo vivo?
Esistono diversi fattori importanti:

Capacità riproduttiva: la vitalità si esprime prima di tutto nel generare altra vita; ad esempio, se si rimette in terra una patata, una mela, un chicco di grano, questi riprenderanno il proprio ciclo vitale, quando un pezzo di pane, una marmellata, una polenta non potranno mai farlo.

Tempo dalla raccolta: nel momento in cui un frutto viene staccato dalla pianta o una verdura viene tolta dalla terra, essi iniziano a perdere energia vitale.

Metodo di conservazione: l’essiccazione mantiene l’energia vitale, quando invece la surgelazione, o peggio l’inscatolamento, in molti casi uccide l’alimento.

Sistemi di cottura: in linea di principio, il calore uccide la vitalità degli alimenti, ed alcuni sistemi di cottura sono più distruttivi di altri, come ad esempio il microonde e il forno della cucina.

Qualità organolettiche: il profumo, il colore e il sapore sono indicatori della freschezza dell’alimento e si deteriorano velocemente con la perdita di vitalità.

I frutti, quei prodotti della natura costituiti essenzialmente di polpa commestibile intorno a semi, comprendono i frutti nobili degli alberi, comunemente chiamati "frutta" , e quelli delle piante, più o meno vicine alla terra che chiamiamo "frutti" (selvatici, di bosco, mirtilli ad esempio), o "frutti dell'orto" (zucche, peperoni, pomodori, cetrioli, etc.).

L'essere umano per milioni di anni non ha dormito in una casa, che dunque é una comodità recente. Nessuno per questo si sente di dire che l'uomo é fatto per il tricamere in cemento o per la villa, ma tutt'al più che vi si adatta con comodità. Nessuno si sognerebbe di dire che l'uomo é nato per andare al ristorante, anche se risulta comodo quando non si ha tempo per cucinare.L'uomo invece é nato per i frutti, anche se si adatta a sopravvivere di carne o di merendine al latte.

La frutta è un alimento completo in grado di nutrire l’organismo in modo equilibrato. Essa è considerata un cibo sensuale e magico in grado di deliziare i sensi con il suo gusto, il suo odore e i suoi colori. All'uomo si addicono solo i frutti crudi (cioè "vivi"), carnosi e dolci, che costituirono la sua unica fonte di alimentazione nella preistoria e che contengono più o meno la stessa percentuale media di acqua presente nel corpo umano (65%).

Fonti: Prof. Armando D'Elia e Giacomo Bo

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