giovedì 26 marzo 2009

Frugivori fruttariani


L’alimetazione iniziale dell'uomo e delle specie sue progenitrici era: frutta, vegetali, germogli, noci, tuberi. Lo si deduce dalle mani prensili ma senza gli artigli dei predatori, dalla lunghezza dell'intestino più lungo di quello dei carnivori (dove il bolo alimentare, ossia il cibo in digestione, deve sostare poco per evitare processi putrefattivi) e più corto di quello degli erbivori (deve essere lungo per poter assorbire i nutrienti imprigionati tra le fibre vegetali), dalla dentatura inadatta a strapare carne od erba.


Tuttavia, costretto ad espandersi e a colonizzare parti sempre più estese del pianeta, l’uomo si adattò a mangiare di tutto per sopravvivere, compresa la carne, per es. il pesce nelle zone più fredde. Cereali e latte arrivarono solo molto tempo dopo (tra i 10.000 e i 15.000 anni fa) con l’avvento dell’agricoltura e della pastorizia, pesanti flagelli per questo pianeta come spiega Zerzan. L'uomo mediamente si è solo parzialmente adattato alla loro metabolizzazione non senza subirne danni.


La frutta costituisce un alimento naturale, fu chiaramente destinata dalla Natura, simbioticamente, a nutrire in modo ottimale, fra tanti animali, anche l'uomo.I paleoantropologi ci raccontano che la Terra, durante la preistoria dell'uomo, soffrì enormi sconvolgimenti climatici e geologici, i quali trasformarono profondamente gli ecosistemi del pianeta. Glaciazioni, interglaciazioni, periodi di eccessivo inaridimento o di insolita piovosità. L'insieme di tali eventi provocarono notevolissime riduzioni delle foreste che si trasformarono prevalentemente in savane. L'uomo fu così costretto a comportarsi come un animale da savana, per sopravvivere, fu costretto a cibarsi di quello che in tale ambiente trovava.Vi trovò le graminacee, piante che richiedono spazi aperti, luce solare diretta, condizioni offerte dalla savana e non dall'ombrosa foresta donde l'uomo proveniva.


L'alimentazione granivora e carnivora rappresenterebbe dunque una vera e propria deviazione non dettata da una scelta, ma da uno stato di pura necessita che non offriva alternative. Contravvenendo agli istinti alimentari biologicamente connaturati con la propria specie, 1'uomo dette inizio alla sua degradazione e degenerazione fisio-psichica, i cui disastrosi effetti sono, oggi più che mai, evidenti.Senza l'artifizio della cottura e (per i cereali) della molitura, l'uomo non avrebbe potuto diventare ne un mangiatore di carne, ne cerealivoro, giacché le sue caratteristiche anatomiche naturali (dentatura, ecc.) da sole, non lo avrebbero consentito.


L'impatto con le innaturali deviazioni alimentari (cereali e proteine di cadaveri di animali, peraltro cotti, cioè morti) ebbe, per l'uomo, conseguenze catastrofiche in termini di salute e di durata della vita: il che è comprensibile, dato il "salto a strapiombo" tra un alimento vivo e vitalizzante come la frutta da una parte e gli alimenti amidacei e carnei, cadaverici e mortiferi, iperproteici come la carne, devitalizzati con la cottura, dall'altra.


"Durante il periodo dei Neanderthaliani meno della metà della popolazione sopravviveva oltre i 20 anni e 9 su 10 degli adulti restanti morivano prima dei 40 anni". Fu soprattutto l'avvento del cibo carneo, con il suo contenuto eccessivo di proteine e con la conseguente tossiemia a produrre tali disastrosi effetti sul corpo, ma anche sulla mente degli uomini; non bisogna infatti dimenticare che la carne crea aggressività.L'uomo essendo inerme, quindi non per natura carnivoro, essendo sfornito anatomicamente dei dispositivi atti ad inseguire, uccidere e masticare, crude, le carni degli erbivori si comportò come uno spazzino, si nutriva delle prede fatte da altri animali veramente carnivori, adoperando sassi e bastoni. Tale comportamento è stato chiamato anche "sciacallaggio".Fu costretto anche a cacciare direttamente, forzando la sua naturale non-aggressività, spintovi sempre dalla necessità di trovare i mezzi per sopravvivere.


Contrariamente a quanto si pensa, 1'uomo non e diventato "più sano, più alto, più forte" da quando (circa 10.000 anni fa) ha cominciato a dedicarsi all'agricoltura. Tutt'altro. gli scheletri degli uomini preistorici vissuti in Grecia e in Turchia verso la fine dell'era glaciale erano alti in media 175 centimetri, mentre 5.000 anni fa (dopo 1'adozione dell'agricoltura) la statura era scesa a 160 centimetri.Nella calura delle regioni tropicali in cui l'uomo si é adattato in milioni di anni di evoluzione, non si sente alcun bisogno di cibi caldi, e i frutti sono il nutrimento ideale per mantenersi freschi, per la vita più dinamica e per la traspirazione regolare.


Di tutti gli alimenti che gli esseri umani possono mangiare, la frutta è la più deliziosa al nostro gusto, ha il più piacevole odore e la più bella forma con così tanti colori vivi. La frutta è l’unico alimento che può soddisfare completamente gli umani… ogni altro è incompleto… Il suo aroma attraente, il suo succo gustoso e rinfrescante ed i suoi contenuti nutrizionali (vitamine, enzimi, minerali, fibra, acqua, proteine, etc.) la rendono il miglior cibo che un essere umano può mangiare. La frutta è un alimento totale, e contiene tutto ciò di cui hai bisogno per nutrirti nelle giuste proporzioni. Può essere conservata a temperatura ambiente, non necessita del frigorifero, né dei fornelli e di lunghi tempi di preparazione e quasi non sporca i piatti..La frutta è cibo vivente!! La frutta ha “il potere e la magia della vita”… La nutrizione a base di frutta è un concetto molto semplice..; dalla frutta soltanto, il corpo umano produce tutte le altre sostanze che gli occorrono per vivere energicamente per più di 100 anni…


Dal sito: http://www.fruitarian.com/Traduzione: cristiano.Fonte: Prof. Armando D'EliaScarica al seguente link il documento completo: http://www.scribd.com/doc/5035812/Che-cose-il-Fruttarismo

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